martedì 29 novembre 2016

SOGNANDO IL GIAPPONE: MARMELLATA ANKO

Alzi la mano chi non ha mai visto almeno una puntata di Doraemon, il gattone blu che estraeva dalla tasca sulla pancia ogni genere di ritrovato per aiutare l'amico Nobita.
Io lo adoravo da bambina, non me ne perdevo una puntata, quando ancora lo davano su Super Tre o qualche altro sconosciuto canale regionale.

Forse la curiosità per il Giappone è iniziata a nascere proprio allora.
Si è sicuramente rafforzata nel corso degli anni, specie dopo aver sentito i racconti di un amico di Ale che ci era stato qualche anno fa e lo aveva girato quasi tutto, zaino in spalla.
Per poi consolidarsi durante questi anni di blog, quando ho iniziato a sperimentare ricette orientali e a mettere nel carrello della spesa ingredienti che alcuni definirebbero se non strani, certamente desueti. 
I fagioli azuki, ad esempio, scovati in un negozio bio qui a L'Aquila. Li ho visti e non ho potuto proprio lasciarli lì sullo scaffale...


Sicché, mi sono precipitata a casa e ho cercato immediatamente la ricetta per la marmellata anko.
Che c'azzecca la marmellata con i fagioli e col Giappone? E' presto detto.

Il fagiolo azuki è un legume originario dei paesi asiatici, sebbene poi la sua coltivazione si sia diffusa anche da noi. I fagioli azuki sono utilizzatissimi in Giappone poiché sono alla base di una delle preparazioni tipiche: la marmellata anko, per l'appunto.
A noi "occidentali" suona sicuramente strano mangiare una marmellata fatta con i fagioli, in quanto abituati a quelle fatte principalmente con la frutta, ma vi devo confessare che a me è piaciuta tantissimo e la trovo simile, per gusto e consistenza alla marmellata di castagne.

Con questa dose ricaverete sui 250g di marmellata, da conservare in frigo, all'interno di un vasetto di vetro - esattamente come si fa per la marmellata classica.
Viene utilizzata in una marea di dolci, i più famosi forse sono i Dorayaki (i preferiti di Doraemon, tra l'altro), ma di questo ne parleremo prossimamente.

Marmellata anko


100g di fagioli azuki secchi, tenuti in ammollo per una notte
60g di zucchero di canna
acqua

Mettete i fagioli nella pentola a pressione, copriteli di acqua fredda e portate a ebollizione.
Fateli bollire per cinque minuti a fuoco basso e scolateli, buttando l'acqua.
Ripetete una seconda volta.
Dopo la seconda bollitura i miei fagioli erano già lessati e della giusta consistenza.
La consistenza del fagiolo deve essere soffice, che si sfalda senza fatica schiacciandolo tra due dita.

Se dopo due volte i vostri fagioli sono ancora duri, coprite per la terza volta i fagioli di acqua fredda, mettete il coperchio alla pentola e fate bollire per una mezz'ora a fuoco alto a partire dal fischio - controllate dopo 15 minuti la consistenza, in modo da potervi fermare prima che si spappolino.



Scolate dunque i fagioli lasciandoli un po' umidi, frullateli bene con un minipimer e trasferiteli in un tegame antiaderente.
Se preferite un anko più rustico, dopo aver scolato i fagioli e aggiunto lo zucchero iniziate a mescolare e schiacciare con una forchetta (o uno schiacciapatate) finché non otterrete una crema molto spessa.Se invece preferite un anko più liscio in cui non si distinguano più i pezzettini dovrete setacciare la crema quando non è ancora soda.

Aggiungete lo zucchero e il sale, fate addensare sul fuoco mescolando spesso, non ci vorrà molto, giusto il tempo che lo zucchero si sia sciolto bene. Otterrete una crema molto spessa, e sarà pronta quando tirando su il composto con una spatola non cadrà, ma vi resterà attaccato.
Invasate quando il composto è ancora caldo, fate freddare e trasferite in frigo, dove si conserva come una marmellata.

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